Sono stati 3.828 i reati contro la Pubblica Amministrazione (commessi da Pubblici Ufficiali e/o incaricati di Pubblico Servizio) scoperti in Italia nel 2014, pari ad oltre 10 al giorno, mentre sono state ben 9.691 le persone denunciate/arrestate per gli stessi reati nel corso dell’anno. Oltre la metà dei reati censiti nel 2014 (2.138, pari al 55,9%) è avvenuto in una regione del Sud Italia, dove si contano 10,2 reati ogni 100 mila residenti, a fronte di 3,5 al Nord e di 5,7 al Centro (6,3 in media in Italia). Significativamente inferiore risulta il numero dei reati consumati al Nord (983 pari al 25,7% del totale nazionale) e nelle regioni del Centro (707 reati, pari al 18,5%).
A livello regionale sono la Campania, la Sicilia e il Lazio a presentare il quadro più allarmante, con 643 reati e 1.280 persone denunciate o arrestate in Campania, 461 reati e 1.387 denunciati in Sicilia e con 405 reati e 1.094 persone denunciate nel Lazio. La nostra regione concentra nel proprio territorio il 10,6% dei reati e l’11,3% delle persone denunciate/arrestate in Italia per reati contro la P.A. (commessi da Pubblici Ufficiali), collocandosi anche in termini relativi sopra la media nazionale (con 6,9 reati ogni 100 mila abitanti a fronte di 6,3). Sul fronte opposto, nel 2014 le regioni più virtuose risultano l’Emilia Romagna e il Trentino Alto Adige, entrambe con un “indice di corruzione” pari a 2,7.
In particolare nel Lazio tra il 2009 e il 2014 i principali reati contro la Pubblica Amministrazione (commessi da Pubblici Ufficiali) aumentano del 54,6% (+34,5% in Italia), passando da 262 a 405. Soltanto nell’ultimo anno nel Lazio l’aumento dei reati è stato pari al +15,1% (sono state 352 le denunce nel 2013). L’aumento complessivo dei reati contro la PA trova conferma anche in termini relativi, passando nel Lazio l’indice per 100.000 abitanti da 4,8 nel 2009 a 6,9 nel 2014 (da 4,8 a 6,3 in Italia). Tale crescita è dovuta al forte incremento rilevato nella provincia di Roma (+84%, rispetto al 2009), mentre risulta più costante la presenza del fenomeno nell’insieme delle altre province (+9,2%). Sono soprattutto i reati di corruzione “in senso stretto” (318 C.P., 319, 319 ter, 319 quater, 320, 321 e 322), a registrare il più forte aumento, pari a +422% a Roma (a fronte di +113% in Italia e di +281% nel Lazio), una crescita che si concentra nell’ultimo anno, quando il numero di questi reati subisce una vera e propria impennata (+262% a Roma, +205% nel Lazio e +181% in Italia).
Accanto alla corruzione, tre il 2009 e il 2014, si rileva a Roma e nel Lazio una crescita di tutti i reati dei pubblici funzionari e amministratori “infedeli”, affermandosi dunque la presenza di una cultura corruttiva sistemica e pervasiva, capace di attraversare trasversalmente e quindi di generare una saldatura tra gli interessi illeciti di segmenti rilevanti del sistema politico, dei funzionari e pubblici amministratori, dei cittadini e della cattiva imprenditoria: dopo la corruzione è il reato di abuso d’ufficio a presentare l’incremento più significativo, con una crescita a Roma (+76,3%, da 38 a 69 reati) superiore a quella regionale (+32,6%, da 89 a 188 reati) e nazionale (+14,1%, passando i reati da 1.099 a 1.254). Anche i reati di peculato e di omissione o rifiuto di atti d’ufficio registrano tra il 2009 e il 2014 una significativa crescita, ancora una volta più marcata a Roma (rispettivamente +50% e +40,8%), rispetto al valore regionale (+44,4% e +29,2%) e nazionale (+30% e +11,9%); al tempo stesso il reato di concussione, in flessione del 20,7% a livello nazionale, presenta un aumento del 5,9% nel Lazio e del 16,7% a Roma (da 10 a 14 reati denunciati in valori assoluti nell’ultimo anno).