I cittadini intervistati sono stati chiamati a valutare il livello di sicurezza del comune o quartiere di residenza, riportando il proprio vissuto quotidiano e le esperienze di reato subite. Un’area del questionario è stata dedicata inoltre alla raccolta di valutazioni e riflessioni sulle responsabilità della società, della famiglia e dell’autore (adulto e minore) di fronte alla realizzazione di un delitto, arrivando ad inviduare anche il livello di fiducia riposto dagli intervistati nelle possibilità di recupero e riscatto sociale degli autori che hanno scontato la pena. Infine, sono state rilevate priorità di intervento e proposte per aumentare la sicurezza dei cittadini.
Principali risultati emersi – La domanda di sicurezza si conferma al centro delle priorità e dei bisogni dei cittadini, tra i quali la vittimizzazione, ovvero il fatto di subire uno o più reati, costituisce ormai un’esperienza diffusa e “ineludibile”, condizionando in maniera forte e persistente i giudizi, la percezione e la domanda di sicurezza. Sotto questo aspetto la mancanza di risposte adeguate da parte delle Istituzioni, così come l’elusione o la sottovalutazione del problema, appaiono ugualmente colpevoli, anche perché la convivenza e la dinamica sociale, condizionate dalla paura, generano comportamenti e atteggiamenti di diffidenza, di chiusura e di rifiuto dell’altro. Ne è una evidente conseguenza la crescente tensione e paura nei confronti degli stranieri così come la lettura della devianza come “questione principalmente individuale”, le cui motivazioni e la cui genesi trovano una facile spiegazione dentro il singolo autore di reato che, anche per questo, difficilmente potrà reintegrarsi nella società: una società che in larga misura si autoassolve, vedendo nell’autore di reato un “diverso”, un “altro da sé”, anche quando, come le statistiche oggettive certificano, ha spesso il volto di un familiare, di un conoscente, di un collega o di un amico.
In copertina: Salvador Dalí. Soft Construction with Boiled Beans (Premonition of Civil War), 1936.
Direzione del Rapporto: | Fabio Piacenti |
Coordinamento: | Viviana Vassura |
Hanno collaborato: | Daniela De Francesco, Valentina Piacentini, Luca Rondini, Matteo Valido, Chiara Vultaggio |