1 Aprile 2005,
Commenti disabilitati su Studio sui rischi domestici connessi con il telelavoro
La ricerca realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’Ispesl, è finalizzata a rilevare i rischi domestici connessi con il telelavoro è costituita da 3 differenti azioni: una analisi di scenario volta ad indagare le dimensioni attuali del telelavoro, una indagine qualitativa attraverso interviste in profondità a 9 testimoni privilegiati e una campionaria con un questionario semi-strutturato a 201 telelavoratori di Amministrazioni pubbliche e della Telecom Italia. Nel complesso, si rileva una scarsa diffusione del telelavoro in Italia ma, allo stesso tempo una soddisfazione diffusa da parte dei telelavoratori verso la nuova forma lavorativa che comporta una diminuzione dello stress ed una maggiore autonomia decisionale; gli elementi di criticità maggiori riscontrati riguardano la sfera relazionale e psicologica (senso di isolamento e solitudine).
Anche per quanto riguarda la sicurezza emerge una attenzione maggiore verso quelli che potremmo chiamare rischi “psico-sociali” rispetto ai rischi fisici predominanti in altre tipologie lavorative e legati, nel caso del telelavoro, prevalentemente ai rischi derivanti dall’ambiente domestico: infatti, mentre gli strumenti utilizzati per telelavorare (videoterminale, telefono) comportano rischi limitati, l’ambiente domestico per sua natura è esposto a numerosi rischi che non possono essere controllati giornalmente dall’azienda e che vanno a sovrapporsi all’attività di telelavoro. Per prevenire il rischio di infortuni emerge l’esigenza di separare in maniera netta l’ambiente nel quale si svolge il telelavoro dal resto dell’abitazione per ridurre il rischio del telelavoratore e dei propri familiari e di attivare, da parte dell’azienda, controlli periodici dell’ambiente per verificare la sussistenza delle condizioni ottimali di lavoro.
Anche per quanto riguarda la sicurezza emerge una attenzione maggiore verso quelli che potremmo chiamare rischi “psico-sociali” rispetto ai rischi fisici predominanti in altre tipologie lavorative e legati, nel caso del telelavoro, prevalentemente ai rischi derivanti dall’ambiente domestico: infatti, mentre gli strumenti utilizzati per telelavorare (videoterminale, telefono) comportano rischi limitati, l’ambiente domestico per sua natura è esposto a numerosi rischi che non possono essere controllati giornalmente dall’azienda e che vanno a sovrapporsi all’attività di telelavoro. Per prevenire il rischio di infortuni emerge l’esigenza di separare in maniera netta l’ambiente nel quale si svolge il telelavoro dal resto dell’abitazione per ridurre il rischio del telelavoratore e dei propri familiari e di attivare, da parte dell’azienda, controlli periodici dell’ambiente per verificare la sussistenza delle condizioni ottimali di lavoro.
Curatore del Rapporto: | Fabio Piacenti |
Responsabile del progetto per l’Ispesl | Silvana Pami |
Hanno collaborato | Daniela De Francesco, Marta Giorgino, Luca Rondini, Matteo Valido, Viviana Vassura |