Occorre naturalmente premettere che la scelta di formalizzare il legame affettivo all’interno della coppia, può derivare da pressioni e condizionamenti esterni (l’arrivo della prole, ma anche fattori materiali e/o patrimoniali), così come l’assenza di formalizzazione può conseguire da impedimenti o inopportunità, o dalla perdita di benefici che ne deriverebbe (come nel caso dell’assegno di mantenimento per le donne separate); si tratta, tuttavia, di fenomeni complessivamente secondari, ancorché in forte aumento, visto il crescente numero delle separazioni matrimoniali e la conseguente formazione di nuovi e più articolati nuclei familiari (le cosiddette “famiglie ricostituite”, di fatto o di diritto).
Naturalmente la specificità del matrimonio è il suo fondamento giuridico, anche se non mancano a livello internazionale legislazioni che riconoscono pari dignità e diritti anche agli individui che hanno compiuto differenti scelte di convivenza.
Il matrimonio continua comunque a costituire il principale indicatore della volontà della popolazione di costruire relazioni stabili e durature, formalmente riconosciute, legittimate e vincolanti, all’interno delle quali poter avviare nuovi progetti ed esperienze di vita.
In tal senso, l’EURES, all’interno del piano delle proprie attività di ricerca istituzionali, ha voluto dedicare una attenta analisi delle caratteristiche e dell’evoluzione del matrimonio in Italia, approfondendo i dati raccolti e prodotti dall’ISTAT negli ultimi 30 anni.
Direzione del Rapporto: | Fabio Piacenti |
Ricercatori: | Daniela De Francesco, Marta Giorgino, Silvia Palmieri, Matteo Valido, Viviana Vassura |
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