Colori accesi per attirare l’attenzione su un fenomeno spesso invisibile,
nascosto tra le mura domestiche. Le forme più gravi di violenza, secondo
i dati Istat dello scorso anno, sono esercitate da persone vicine. Lo
stupro, ad esempio, nel 62,7% dei casi è commesso dai partner. 94 le donne uccise nei primi dieci mesi del 2019. E in Italia dichiara di aver subito violenza fisica una donna su tre. Senza dimenticare che esistono infinite forme di violenza: verbale, psicologica, economica. Per restare accanto alle vittime, la Regione Lazio porta avanti una serie di azioni. Quest’anno hanno aperto tre nuovi centri antiviolenza a Formia, Civitavecchia, nel Consorzio dei Comuni del Cassinate e due nuove case rifugio, che si aggiungono ai 23 entri antiviolenza e alle nove case attive. A Roma, in un bene confiscato alla mafia, verrà realizzata la prima casa della semiautonomia del Lazio per le donne in uscita dalle case rifugio. Anche le Acli sono in prima linea. Per la Giornata contro la violenza sulle donne hanno lanciato la campagna di sensibilizzazione “Alza lo sguardo, sei farfalla!” con un percorso che
prevede campagne d’informazione, percorsi psicologici e corsi di autoprotezione. Accanto alle iniziative di sostegno alle vittime, ce ne sono altre finalizzate alla prevenzione. Promuovendo una cultura diversa, a partire dai bambini. A Castel Gandolfo, ad esempio, sono stati organizzati
incontri con le quinte elementari della scuola Paolo VI, per valorizzarela figura femminile attraverso racconti di scrittrici famose. Un’altra iniziativa finanziata da Asl Roma6 eRegione Lazio e patrocinata dal Comune di Velletri e dall’ordine dei farmacisti di Roma è diretta agli adolescenti di alcune scuole dei Castelli Romani. Marina Bruno, farmacista di Marino, segue un progetto per combattere lacosiddetta “droga dello stupro”, una sostanza incolore che si versa nei cocktail. Questa serve a disinibire la
vittima, che finisce per isolarsi dalle amiche e restare in balia degli
stupratori. «È molto difficile poi ricostruire l’accaduto: la vittima
difficilmente ricorda cosa è successo e tre ore dopo non c’è più traccia
della sostanza nel corpo – continua Bruno –. Nelle scuole spieghiamo che a fare la differenza possono essere gli amici. Se notano uno strano cambio di atteggiamento da parte di un’amica, non devono lasciarla sola». Ma le donne, ogni giorno, cosa possono fare contro la violenza? «Occorre avere coraggio e denunciare. Non si può cedere all’illusione che un compagno violento possa cambiare – ammonisce Enrica Cammarano, consigliere comunale ad Albano Laziale e autrice del libro Stalking e femminicidio. Il silenzioso intreccio del male – E poi ciascuna di noi può contribuire con i propri figli a diffondere un linguaggio dell’affetto profondo e consapevole, con cui i bambini possano crescere imparando a rispettare i no senza reagire aggressivamente». Perché le donne di oggi sono le mamme degli uomini di domani.
DI MONIA NICOLETTI
el Lazio, come nel resto del Paese,
continuano ad aumentare i
reati di violenza sulle donne. Secondo
l’indagine Eures, istituto di ricerche
economiche e sociali su “Violenza
di genere e femminicidio nel Lazio”,
alla luce dei dati relativi al
2017/2018, sono salite le denunce per
maltrattamenti in famiglia, pari a
1.880 nell’ultimo anno (+14,1% sul
2017), quelle per stalking 1.561
(+7,5% sul 2017) e le violenze sessuali
533 (+ 3,7% rispetto al 2017). Per le
violenze sessuali, Roma conta 411 denunce.
Segue Latina con 54 e un incremento
del fenomeno (+68,8%); in
crescita Viterbo (da 22 denunce a 29,
+31,8%), mentre Rieti è stabile (da 11
a 12 reati). Frosinone è l’unica zona
con un decremento, da 36 a 26 unità
(27,8%). Per il reato di stalking, Latina
cresce del 38,5% (+74 unità), seguita
da Rieti, con il 14,8%. Cresce anche
Roma (+4%), mentre Frosinone e
Viterbo segnalano una riduzione pari
rispettivamente a –3,8% (da 157 a
151 unità) e a –3,4% (da 89 a 86). I
femminicidi sono di più a Roma, 9 casi
su 12, poi Latina (2) e Frosinone (1).
Carla Cristini
Fonte: Laziosette