Secondo il Rapporto Eures, nei primi dieci mesi del 2019 sono stati 94 in Italia gli omicidi con vittime femminili, quasi uno ogni tre giorni; 142 le donne uccise nel 2018.
In un’audizione alla commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, l’Istat stima in 2 milioni le donne vittime di violenza fisica o sessuale
In termini relativi, nel 2018 le vittime di femminicidio hanno raggiunto il valore più alto mai censito in Italia, il 40,3% (il 35,6% nel 2017). Dal 2000 a oggi le donne uccise in Italia sono 3.230, di cui 2.355 in ambito familiare e 1.564 per mano del proprio coniuge/partner o ex partner. Sono alcuni dei dati del Rapporto Eures 2019 su “Femminicidio e violenza di genere”, secondo cui a crescere nel 2018 sono soprattutto i femminicidi commessi in ambito familiare/affettivo, dove si consuma l’85,1% degli eventi. Ma sono in aumento anche le vittime femminili della criminalità comune (17 nel 2018 rispetto alle 15 dell’anno precedente). Quasi la metà dei femminicidi al Nord Il Nord conferma anche nel 2018 la più alta presenza di donne uccise (66, pari al 45% del totale italiano, di cui 56 in famiglia), mentre il 35,2% dei femminicidi si registra al Sud (50 casi, di cui 42 in famiglia) e il 18,3% nelle regioni del Centro (26 casi, di cui 21 in famiglia). A livello regionale, è la Lombardia a registrare anche nel 2018 il più alto numero di donne uccise (20), seguita da Campania (19 vittime), Piemonte e Lazio (rispettivamente con 13 e 12 casi). Maltrattamenti in famiglia Nel 2018 le denunce di maltrattamenti in famiglia sono state 17.453 (31,6% in più rispetto al 2014). Particolarmente alta risulta la percentuale delle vittime femminili straniere, pari nel 2018 al 23,2% (come nel 2017), con “indici di rischio” in media tre volte superiori a quelli delle donne italiane. Molto significativa la presenza di vittime minori (1.965 in valori assoluti, pari a circa 6 al giorno nel 2018), che rappresentano l’11,1% delle vittime totali, con una crescita del 14% sull’anno precedente. Le denunce risultano in aumento in tutte le macro-aree geografiche.  Reati di stalking in crescita costante Nel 2018 le denunce di stalking sono state 14.871 (19,5% in più rispetto al 2014), di cui le vittime femminili rappresentano il 76,2% del totale. Contenuta la componente dei minori, pari al 3,8% del totale. L’incremento dei reati denunciati è riscontrabile in tutte le macro aree geografiche, con i valori più alti al Sud (+26% tra il 2014 e il 2018), seguito dal Centro (+18,6% sul 2014) e dal Nord (+12,7% tra il 2014 e il 2018). Nel Sud si è registrato quasi il 44,7% delle denunce in Italia, così come l’indice di rischio più alto: 32 denunce ogni 100.000 abitanti. Istat: quasi quattro milioni di donne avevano relazione abusiva “I dati raccolti attraverso l’indagine sulla sicurezza delle donne ci dicono che, nel corso della loro vita, quasi 3milioni e 700mila donne hanno interrotto una relazione (anche senza convivenza) in cui subivano almeno un tipo di violenza fisica, sessuale o psicologica, di queste 1 milione separate o divorziate”. Lo ha detto Linda Laura Sabbadini (Istat) nel corso di una audizione in commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e violenza di genere. Sabbadini ha precisato: “Più di 2 milioni erano state vittime di violenza fisica o sessuale, tra le quali più di 600mila separate oppure divorziate. Le donne separate o divorziate risultano essere un segmento particolarmente a rischio di violenza da parte dell’ex partner: il 36,6% infatti è stata vittima di violenza fisica o sessuale da parte del coniuge o convivente da cui si sono separate, contro una media del 18,9%”. Centri antiviolenza senza risorse Ritardi gravi nell’assegnazione e nello stanziamento delle risorse in alcuni territori rischiano di far chiudere i centri antiviolenza e le case rifugio. È il quadro allarmante che emerge dal monitoraggio di ActionAid sui Fondi statali antiviolenza dal 2015 al 2019, previsti dalla legge 119/2013 (la cosiddetta legge sul femminicidio) e ripartiti dal Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio alle Regioni. Ad oggi – rileva con preoccupazione ActionAid – non è ancora stato emanato il decreto del Presidente del Consiglio per la ripartizione dei fondi antiviolenza 2019; solo lo 0,39% dei fondi 2018 è stato liquidato dalle Regioni ai centri antiviolenza e alle case rifugio; per i fondi del 2017, a quasi due anni dall’emanazione del decreto, la percentuale di risorse erogate ai centri è al 34%, mentre per le annualità 2015-2016, il dato è al 63%. Percentuali che, secondo ActionAid, rischiano di vanificare l’impatto dell’aumento progressivo dei fondi stanziati (solo tra il 2017 e il 2018 i fondi sono aumentati da 12,7 a 20 milioni di euro). Le risorse crescono, dunque, ma restano bloccate a causa dei ritardi nei passaggi burocratici tra i vari livelli e di conseguenza non arrivano ai destinatari finali, ovvero le strutture di supporto e accoglienza alle donne.