Venerdì 7 Febbraio 2020 si celebra la Quarta Giornata Mondiale contro il bullismo ed il cyberbullismo, un invito a riflettere su questo argomento. Anche quest’anno l’evento sarà associato con il Safer Internet Day (SID, per il 2020 fissato in data 11 febbraio), giorno dedicato alla sicurezza su internet in generale. Le due giornate sono strettamente collegate fra loro; infatti, se fino a pochi anni fa, gli episodi di bullismo si verificavano per lo più fisicamente, attualmente, “grazie” alla rilevanza dei social network, i bulli hanno iniziato ad agire anche sul web.
Quale la situazione in Italia? Quali le campagne di informazione? Quali le leggi attualmente in vigore e quelle allo studio del Parlamento? Proviamo ad approfondire. Il fenomeno del bullismo è in forte crescita. I dati arrivano dall’indagine campionaria realizzata dall’Eures tra 1.022 studenti delle scuole secondarie superiori di Roma. Nel 2019 il 66,9% dei giovani è stato almeno una volta vittima di bullismo, l’81,3% ha assistito ad uno o più di tali episodi, mentre il 37,8% indica di averne commessi in una o più occasioni. In sintesi, soltanto il 9,3% dei giovani afferma di non essere stato in alcun modo coinvolto in episodi di bullismo, nè come vittima, nè come autore o testimone.
Resta la scuola l’ambiente in cui avviene il maggior numero degli episodi di bullismo censiti: il 57,3% delle vittime afferma infatti di aver subito tali atti all’interno della classe ed il 34,9% all’interno della scuola (in ambienti diversi dalla classe). Nessun contesto sembra tuttavia del tutto esente dal fenomeno: risultano infatti numerose le citazioni relative al quartiere (19,9%), all’ambiente sportivo (13,5%) e al tragitto casa/scuola (8,7%), mentre residuali (4,8%) sono i riferimenti all’ambiente religioso (chiesa, oratorio, gruppo scout).
Soffermiamo la nostra attenzione sul cyberbullismo: il comportamento più frequente risulta la diffusione di video e immagini di derisione sui social. L’indagine evidenzia che quando la vittima si è rivolta al mondo adulto (genitori, insegnanti) gli episodi di bullismo si sono fortemente ridotti (con valori spesso vicini all’80% dei casi), mentre chi ha subito, cercato di minimizzare o si sia autoescluso dal gruppo non ha registrato analoghi cambiamenti, rischiando piuttosto di subire un’escalation degli stessi.
In occasione della data del 2020, il CNDDU (Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani), propone ai docenti di ogni ordine e grado di coinvolgere gli studenti, associandosi all’iniziativa del MIUR, in una serie di attività atte a sensibilizzarli circa i pericoli occulti e palesi dei fenomeni in questione. Lo slogan del Safer Internet Day di quest’anno è: “Together for a better internet”. Il Miur ha lanciato nel 2016 la campagna ‘Un Nodo Blu – Le scuole unite contro il bullismo’. Gli studenti, gli istituti scolastici e tutti i partner che aderiscono all’iniziativa, condivideranno e rilanceranno attraverso i loro canali di comunicazione il “Nodo Blu”, simbolo della lotta nazionale delle scuole italiane contro il bullismo.
Attualmente in Italia rispetto al bullismo ed al cyberbullismo è in vigore la legge n.71 del 29 maggio 2017, ma proprio in questi giorni i due rami del Parlamento ne stanno approntando alcuni correttivi. Lo scorso 30 Gennaio la Camera ha approvato, con 234 voti a favore, nessun contrario e 131 astenuti 8 emendamenti al testo di legge, al termine di una seduta caratterizzata da un toccante intervento del deputato del Partito Democratico Filippo Sensi (portavoce a suo tempo del premier Matteo Renzi), che ha raccontato senza filtri la sua esperienza di adolescente sovrappeso e spesso deriso dai suoi compagni di scuola. Il provvedimento ora aspetta, ma non dovrebbero sorgere problemi, la definitiva approvazione da parte del Senato. Vediamo, in conclusione, le principali novità che verranno introdotte dal testo:
Repressione: è prevista una nuova aggravante se gli atti di bullismo sono commessi in gruppo, da più persone, oltre a introdurre la confisca obbligatoria degli strumenti informatici (come smartphone, tablet, ecc.) nel caso di cyberbullismo. Molestie o minacce, inoltre, sono considerate reato se commesse nei confronti di una persona in condizioni di emarginazione. Scuola: dal momento che il fenomeno del bullismo avviene soprattutto a scuola, vengono affidati ai Presidi maggiore responsabilità e margine di intervento: devono vigilare su eventuali casi di bullismo, ma possono anche segnalarli con più facilità ai servizi sociosanitari o alla Procura, che attiverà il Tribunale dei Minori;
Rieducazione: il Tribunale può decidere per un percorso educativo di recupero sotto la direzione dei servizi sociali minorili (anche di durata annuale), ma se questo non dovesse dare i risultati sperati (o in caso valuti il contesto familiare non adatto o collaborativo alla rieducazione del bullo) può decidere un allontanamento dai genitori con affido ai servizi sociali stessi o a una casa famiglia.
La legge istituisce inoltre un numero verde, il 114, attivo 24 ore su 24, per le vittime di bullismo.
di Mario Scelzo