Secondo il rapporto Eures, i delitti si sono dimezzati dal 2000 a oggi, ma non quelli dentro le mura domestiche. A subire sono quasi sempre donne, mogli o ex
In Italia si uccide sempre più dentro le mura domestiche. Secondo il rapporto Eures, nel 50% dei casi le vittime di omicidi sono morte per mano di un familiare. Si tratta della percentuale più alta mai registrata nel nostro paese. Tra i 329 morti del 2018, un terzo sono donne, mogli o ex degli assassini. La maggior parte dei crimini, quindi, si commette all’interno della coppia.
Il numero degli omicidi dal 2000 a oggi si è dimezzato, con una diminuzione del ricorso alla violenza estrema in generale. Non è accaduto lo stesso per quanto riguarda i delitti familiari, che hanno registrato così un’impennata, passando dal 30% al 50% del totale di crimini.
Dall’inizio dell’anno ci sono state 64 vittime di omicidio, metà delle quali all’interno di una coppia. Ancora una volta, sono le donne a subire maggiormente le violenze dentro le mura domestiche.
Preoccupante è anche la voce che riporta il numero dei figli uccisi dai genitori. Tra il 2000 e il 2018 la media è pari a 25 vittime, ovvero uno ogni due settimane circa. Spesso i figli sono vittime collaterali degli omicidi di coppia.
In aumento anche il fenomeno degli omicidi compassionevoli, dettati dall’intenzione di mettere fine a una situazione di sofferenza della vittima, data da una malattia terminale, demenza senile o grave disabilità. Sono stati 23 i casi del 2018 e in molti di essi si è assistito anche al suicidio dell’assassino.